Cosa hanno in comune il Cubismo e APQ , (Arte Pittorica Quantistica).

Cosa hanno in comune il Cubismo e APQ , (Arte Pittorica Quantistica).

Nel 1905 Albert Einstein, pubblica la sua Teoria della Relatività Ristretta, unificando la meccanica e l’elettromagnetismo in una struttura comune. Secondo la relatività ristretta, lo spazio e il tempo sono connessi in modo inseparabile e formano un continuum quadridimensionale: lo spazio-tempo. Perciò, non si può mai parlare dello spazio senza parlare del tempo e non esiste un flusso universale del tempo come nel modello newtoniano. La relatività einsteniana dimostra quindi che tutte le misure in cui entrano lo spazio e il tempo perdono il loro significato assoluto. Non esiste uno spazio tridimensionale e il tempo non è un’entità separata. Nel principio di relatività: ciò che vediamo di un oggetto è sempre relativo al punto di vista da cui lo osserviamo. Lo stesso oggetto, fermo nello spazio di una stanza, possiamo vederlo infatti in tanti modi diversi a seconda di dove ci troviamo. I punti di vista cambiano non appena cambia la nostra posizione nello spazio. Quando il Cubismo rompe la convenzione sull’unicità del punto di vista, di fatto introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo elemento: il tempo, una variabile che prima era assente. L’immagine naturalistica, infatti, ha un limite ben preciso: può rappresentare solo un istante della percezione. Avviene da un solo punto di vista e coglie solo un momento. Per poter vedere un oggetto da più punti di vista è invece necessario che la percezione avvenga in un tempo prolungato, che non si limiti a un solo istante, in modo che l’artista abbia il tempo di vedere l’oggetto, e quando passa alla rappresentazione porta nel quadro tutta la conoscenza che egli ha acquisito dell’oggetto. All'inizio del '900 Max Planck afferma che l'energia viene emessa non in forma continua ma in pacchetti che lo scienziato tedesco chiama “quanti”. Gli scambi di energia nei fenomeni di emissione e di assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche avvengono in forma discreta, non continua come sosteneva la teoria elettromagnetica classica. Ora, la constatazione di Planck apre la via alla configurabilità di entità discrete, cioè apre il problema di quali aspetti visivi assumano i risultati dell'emissione di energia. Quest'ultima nel flusso appare amorfa; mentre il processo di quantificazione fa riaffiorare delle entità distinte dotate di forma. I “quanti” sono dei valori nuovi e intermedi, impropriamente si può dire semispirituali, equivalenti a quei valori intermedio tra materia e energia, irriducibile all'una o all'altro, che è la psiche. La ricerca di questo valore intermedio è, in sostanza la A.P.Q. Il movimento come frequenza universale, affidato alle vibrazioni della luce colorata, e il movimento come impressione particolare. L'estetica d'A.P.Q. ha la finalità della conoscenza e il legame con la scienza e con il pensiero. Il tempo ridotto a successioni di attimi, invece che valutato globalmente come durata e dimensione della coscienza.


Scopri di più