Io non dipingo quello che vedo, ma quello che si vedrà.

Io non dipingo quello che vedo, ma quello che si vedrà.

Quando gli scienziati arrivarono a penetrare nel sistema dell’atomo, cominciava un’epoca nuova per l’umanità. Constatarono, con stupore, che l’oggetto apparentemente più denso, era fatto soltanto di spazi vuoti dove era solo movimento: crollava un idolo. Non si trattava più di materia, ma di energia, forma invisibile delle potenze nascoste dell’universo. Si scopriva che la materia è soltanto apparenza, che l’universo è tutto dinamismo: è vita. Il vecchio materialismo subiva il colpo più consistente nella sua parte che riteneva «scientifica». Se i nostri occhi acquistassero la capacità di vedere la struttura intima della materia, anche solo fino alla stadio di elettroni e di protoni, ogni oggetto e ogni distanza sparirebbero in una visione di punti che girano intorno a vari nuclei centrali. Ma più fantastico e meraviglioso ci apparirebbe ciò che ci circonda, se i nostri sensi acquistassero la capacità di vedere e di sentire oltre i ristretti confini della loro limitata percezione. L’invisibile e l’inudibile sono divenute realtà, inimmaginabili, anche per gli uomini di più alta fantasia. L’energia può assumere forme dinamiche a noi o da noi inconcepibili, al di sopra e fuori degli schemi mentali umani.


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