Beppe Longo

Non c'è mai niente di clamoroso ad accostarsi all'arte di un giovane pittore. Solo - forse - l'emozionante sensazione di dissacrare un mondo intimo e personale, tutto racchiuso ancora in un rapporto a due (l'artista e la sua opera) che non ha contorni ben definiti all'esterno.

Ma nell'arte, nella pittura di SANTO BLASI, si avverte anche tutta intera la presenza di una carica umana esplosiva che è destinata già ad essere patrimonio di tutti. Ecco, allora, la certezza di non rompere nessun equilibrio intimo, ma di aprire e leggere tutta intera un'opera caratterizzata soprattutto da un'estrema "socialità" e da un rapporto con la natura che sfiora la "consonanza".

Senza indugi e scrollandosi di dosso qualche tara di pura esterofilia ci si può accostare ai quadri del pittore di San Pietro Vernotico, nella consapevolezza di "visitare" momenti di un messaggio impregnato di una missione culturale che va al di là dell'effimero mondo del falso modernismo.
Santo Blasi è un artista salentino, che sente e vive dal di dentro, sulle proprie spalle forse, una realtà sociale difficile come quella della gente del Sud.

Eppure riesce ad esprimersi con un'arte che non presenta mai un carattere provincialistico.

Gli indiscutibili successi già ottenuti un po' in tutte le regioni d'Italia stanno a documentare la fondatezza del suo linguaggio artistico, aperto ad ogni esperienza.

I suoi temi nascono dallo stimolo di un certo fervore popolare e sono carichi di una "sostanza" sociale sempre viva ed attenta. Ma non c'è sterile carica rivoluzionaria, forse solo una pacata polemica con una vicenda storica, sempre quella, da secoli: la sua arte vive in un rapporto diretto ed incisivo con la stessa vita.

Per tutto questo la pittura di Santo Blasi fa i conti con una certa esattezza veristica: sia nel personaggio che nella natura, l'immagine tutta deve gravitare dagli occhi al cuore. E l'Artista guarda alla vita con il suo occhio sempre sereno, gioioso o triste che sia, a volte avido di possesso, quasi sempre entusiasta del contatto con la natura.

Semplice nell'impostazione e schietto nei colori, rifiuta l'idealismo un po' accademico e rappresenta l'opera secondo la sua personale interpretazione.

Alla semplicità del "discorso" fa, invece, riscontro la complessità della tecnica: a olio ad acquerello, a tempera o a spatola. Sono mezzi usati per ottenere i più delicati effetti di luminosità immediata.

Santo Blasi usa la tecnica della scomposizione dei colori, ma in un ritmo costruito proprio con le nitide ombre, nelle sfumature fatte di delicati passaggi di penombra, rimane sempre tutta la vibrazione luminosa di una specie di "plein air".

La sua tavolozza è netta e completa, il colore viene quasi esaltato nel suo valore più puro. Le immagini sono realizzate per mezzo del disegno, solo successivamente subentrano le forme eminentemente coloristiche basate su rapporti e concatenazioni che l'occhio può percepire meglio soltanto allontanandosi dalla tela.

Ripercorrendo così i quadri di Santo Blasi con questa operazione di sintesi, il processo stesso della percezione dell'immagine avviene con immediatezza e quasi si ha la soddisfazione e la gioia di scoprire da sé il messaggio, che in quell'istante diventa personale.

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