Ubaldo Riccobono: IL FASCINO DISCRETO DELLA GEOMETRIA. MARGHERITA BIONDO: IL SIMBOLISMO GEOMETRICO.

TANO LICATA

IL FASCINO DISCRETO DELLA GEOMETRIA

di Ubaldo Riccobono

Il pittore moderno non è un vate, ma un semplice seduttore, seduttore di forme, da cui si sente al contempo sedotto, trovandole al suo interno, quasi straniato dalla realtà circostante. Così, nei quadri di questo originale pittore è palpabile questo fervore tutto compositivo che arriva fino alle soglie alle soglie della metafisica, nella ricerca continua e intenzionale che va al di là di ogni percezione visiva; con ciò sfatando, come avevano fatto gli astrattisti, la concezione courbettiana per la quale ciò che era concreto non poteva chiamarsi pittura. Come tutti gli astrattisti Tano Licata dimostra che, al di là della realtà, la pittura sa essere pregnante e, rappresentativa di sentimenti, soprattutto laddove i suoi colore vengono mossi a riempire spazi, ad inventare geometrie, fino al limite dell'impossibile, con una tecnica che vuol fondare un'armonia sua propria, attraverso forme nelle forme, gestite a metà tra l'algebra e la musica. Licata vi arriva quasi per premonizione, come percorso già scritto e vissuto nell'anima, da vivere e da riproporre, più da vivere e proporre. E questo suo percorso s'invera anche nei titoli dati ai quadri, che denunciano quanto lontana sia la realtà, dalla quale il pittore si allontana ma non rifugge, perché solo immergendosi nel suo elemento primogenito l'arte diventa ascesa e, assoluto. I colori hanno una funzione predominante, variati in ragione della suddivisione degli spazi a creare accordi non soltanto visivi, ma anche ritmi che si realizzano nella dimensione del tempo. Iniziando da questa mediazione spazio-temporale, Tano Licata realizza opere ricche d'implicazione che cantano una nuova gioia, un confortante ottimismo e una grande fiducia nello spirito umano. Basandosi sempre sulla nozione di un dinamismo visivo evocato dal colore, come necessità interiore, le sue opere restano fedeli al proseguimento dell'armoniosità, come valore fondante indefettibile. È lo spirito della geometria - esaltato da Blaise Pascal - a regnarvi sovrano, come ordine architettonico dell'organizzazione di un quadro. Scomponendo le superfici complessi degli oggetti in piani e sfaccettature geometriche, il pittore s'avvicina a un linguaggio imparentato con la formula matematica. Introducendo, inoltre, la visione simultanea (Oggetti visti dall'alto, dal basso, di lato, sottosopra, giustapposti, che s'intersecano geometricamente) inserisce nelle opere la dimensione del tempo, non come ritmo consecutivo, ma come un movimento concettuale che obbliga l'occhio dello spettatore a girare attorno all'oggetto. Licata costruisce tutte le sue tele con ordine e rigore metodologico, quasi cartesiano, non scevro però dalla presenza del momento d'essere del pittore, unico a conferire al linguaggio delle forme una struttura, un'ossatura degna dello spirito creatore, rendendo intangibile l'armonia dei quadri, indipendente dal temperamento dell'artista e subordinata a regole di composizione autonoma. Il fascino discreto di questa pittura è la rasserenante e pacata visione del messaggio, che connota un modo di fruire l'arte e di abitare il mondo senza turbamenti, senza egotismi, senza deliri. Quella visione, quindi, che aveva fatto trovare a Pascal la strada giusta, quella del coeur, al di là del contingente e gretto materialismo.

TANO LICATA

IL SIMBOLISMO GEOMETRICO

di MARGHERITA BIONDO

La "lettura" di un quadro è una delle tante espressioni approssimative che si impiegano per intendere l'accostarsi di un'artista alla propria pittura anche quando si è privi degli strumenti che possano consentire di penetrare il suo percorso più intimo. Indispensabile considerazione per asserire che non si può comprendere la pittura di Tano Licata se non si assume il suo intento artistico come immagine di un simbolismo proteso a dare visibilità al mondo complesso che lega l'arte alla psicologia che va oltre l'indagine estetica e l'approccio strutturalistico. Licata sviluppa, con linguaggio autonomo, temi di straordinaria magia poetica ed elaborando con creatività visioni architettoniche in un contesto dove le forme e gli spazi sembrano pietrificati  nel tempo. Si ha l'impressione che dal silenzio delle cose emerga la voce del mistero di esistere in un frangente collegato ad una certa sensibilità moderna esteriorizzata tramite costruzioni geometriche realizzate con coscienza, non con calcolo, guidate da un'alta intuizione e portate all'armonia e al ritmo. Per fare questo si affida agli strumenti più tradizionali della pittura e della prospettiva allontanandosi, tuttavia, da posizioni accademiche poiché trasmette messaggi totalmente nuovi la cui  carica di suggestione è immediata ed evidente. La sua pittura non può certo definirsi figurativa ma non può neanche etichettarsi come mera astrazione. Si nota un certo simbolismo che avvicina l'autore alla metafisica ma con stile innovativo e sensibilità moderna poiché Licata, nella sua ricerca di essenzialità e di equilibrio, porta avanti un'operazione di seduzione che suscita continui interrogativi e che con seduzione cattura lo sguardo dell'osservatore motivandolo a districare le metafore. Le atmosfere magiche ed enigmatiche dei suoi quadri colpiscono per l'apparente semplicità di ciò che mostrano le immagini offrono una realtà che ad uno sguardo più attento superano la semplificazione e stilizzazione delle forme. L'artista opera mettendo in secondo piano o eliminando del tutto la rappresentazione grafica per cedere il passo ad un certo romanticismo costruito secondo una ben precisa geometria impostata su nuovi rapporti tra colore e dinamismo plastico attraverso la mediazione spazio-luministica che determina nuovi ritmi e vibrazioni di lirica suggestione. Bisogna riconoscere all'autore un talento notevole nell'accostare forme geometriche che apparentemente non hanno relazione con le necessità quotidiane dell'essere umano ma che evidenziano una certa trascendenza alle vicende della vita grazie alla creatività del pittore che mostra capacità di fare emergere, come si evince dai titoli dei suoi lavori, una certa assonanza poetica con il mondo sommerso del romanticismo apparentemente sopito in ciascuno di noi. La stessa prospettiva che sembra costruire uno spazio geometricamente plausibile, è invece quasi sempre volutamente deformata, così che lo spazio acquista un aspetto inedito. Lo spettatore è inebriato dal colore e consegnato ad orizzonti enigmatici dove l'andamento essenziale della linea segna il profilo di lettura  del repertorio cromatico ed originale che, pur nel suo modernismo, potrebbe definirsi come un'odissea della memoria fatta di forme e volumi semplici e squadrati, dai contorni nitidi e definiti in cui l'artista coniuga la forma gestualica con la forma simbolica attraverso l'uso di stilemi tipici come la simmetria e la compartimentazione dello spazio. Una scelta voluta per esprimere una grammatica visiva con la gamma cromatica chiara e brillante utilizzata per rendere in sovrapposte dimensioni il tessuto pittorico. Lavorando sulle superficie in maniera geometrica Licata riesce tuttavia a creare l'illusione della profondità senza tuttavia disturbare la naturale piattezza del quadro dove si stagliano figure attuali e figure di provenienza remota che evidenziano un passato interrogato nel mito e un presente che pare interrogarlo. Sono presenze depositarie di una dottrina dove tra simboli, miti, archetipi e modernità si dipana tutto il repertorio dell'immaginazione. Tracce di saggezza e metafora delle vicende terrene giocate sui segni e sui colori che in maniera emblematica danno l'idea del pensiero umano e del poeta che si confessa con storie messe in cornice oltre il mondo chiuso delle forme apparenti. La pittura di Licata è un omaggio alla ricerca introspettiva attraverso le forme che svelano, tra passato e presente, un diario poetico che induce all'apertura. 


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