Donat Conenna

Tarquinio Bullo, un novatore della tradizione

... solamente calda si potrà sentire il pulsante del pigmento che Bullo distribuisce sulla tela con intensa reattività gestuale.

Alle scansioni prospettiche subitaneamente assorbite dalla luce tagliente di un colore forte si susseguono proiezioni sedimentate d'intuizioni scenariste e surreali (l'impianto cromografico di un "grande occhio" che ti osserva, per cui anziché essere il critico a monitorare la portanza delle emozioni, è il quadro che funge da sensore emozionale).

È un alternarsi di surrettizie configurazioni e improvvise dicotomie di colore, flash di chiarore e timbri tonali e materici, portatori dal gesto impulsivo, propulsivo e repulsivo, a seconda dei tornanti del percorso interiore che spinge l'artista in questo dedalo dell'immaginazione del quale egli solo ha il bandolo di entrata e uscita.

A giudizio di che scrive, Tarquinio Bullo è un naturalista con una grande anomalia genetica, quale portale verso una nuova estensione della pittura veneta, verso nuovi linguaggi che non obnubilino la lezione dei grandi naturalisti del chiarismo o dell'informale, anzi che ne rinnovino il segno e il colore - come credo avvenga in Bullo in modo autonomo e autoctono.  

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