Paola Alcioni

I quadri di Francesco sono una vera rivelazione... personalità forte, decisa, con un grandissimo pregio: saper vedere gli altri e sè stesso interi con tutta la propria umanità e riconoscibilità, anche al di là dei difetti (che lui rende artisticamente omettendo un dettaglio del volto) una capacità di perdono e accettazione della quale fa il proprio manifesto artistico!

Gradevolissimi i paesaggi, fanno venire voglia di dire: io tra quelle strade colorate vorrei viverci, come fossero un'oasi salvata dal caos del mondo. Un bisogno interiore d'ordine, di quiete, ma anche di condivisione. Non è una casa, un rifugio: sono tante e dunque nel mondo immaginario di Francesco, è una bella cricca che le abita. Dietro quelle finestre, c'è un mucchio di gente che si incontra. Non mi sembra di ricordare persone fuori da quelle case: sono tutte dentro e stanno facendo qualcosa che va al di là della piazza e dei proclami, qualcosa che ha molto a che fare con la quiete domestica, con la costruzione minima della propria vita e della propria comunità.

Io ci vedo una positività che fa dell'arte uno strumento di esplosione: è come se Francesco stia nascendo adesso. Tutto il dolore alle sue spalle non è gettato via o dimenticato, ma fa parte del dolore della nascita. Ed ora lui sta muovendo i suoi primi, veloci, passi...

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