Costanza Baldini . Intoscana . Firenze

Ho conosciuto Vaclav un po’ di anni fa, era appena arrivato da Praga e la prima cosa che mi mostrò furono i


suoi diari pieni di disegni e collage che mi sembrarono subito dei piccoli capolavori. Poco dopo riuscii a


vedere i suoi famosi ritratti ai potenti o appartenenti alo show business da Berlusconi a Homer Simpson


da Mao a Papa Benedetto XVI e persino Riccardo Nencini e Matteo Renzi. Stilisticamente a molti possono


ricordare le meravigliose deformazioni di Francis Bacon, una deformazione dei volti che è espressione di


una deformazione interiore, dell’anima potremmo dire. Ma c’è qualcosa in più.


Quel qualcosa in più che secondo me si delinea come una critica alla società contemporanea che


nell’opera di Vaclav è diventata sempre più esplicita spostandosi dalla dimensione del quadro per


coinvolgere la città in cui vive, Firenze.


Forse alcuni di voi si ricorderanno le strabilianti e divertentissime performance che ha messo in atto negli


ultimi anni. Perché a Vaclav i quadri non bastavano più.


Nell’agosto 2010 per esempio espose i suoi quadri sui muri della Galleria dell'Accademia di Firenze e li


mise anche in mano ai turisti che facevano la fila per entrare.


Poi assoldò un piccolo esercito di senegalesi reclutati al mercatino di San Lorenzo per portare in giro i


suoi quadri in bicicletta la scorsa estate.


Ha posizionato i suoi quadri anche sulla vetrina di Louis Vuitton in centro a Firenze. Oppure ha coinvolto


alcune realtà museali come Palazzo Strozzi o il Museo Marino Marini.


Sono tutte performance che lui ha documentato con foto e video che potrete trovare su internet. Queste


performance hanno tutte un carattere lieve, giocoso che mira a coinvolgere gli abitanti di Firenze in un


gioco che però è anche una riflessione profonda sull’ambiente in cui viviamo. La performance


all’accademia voleva segnalare la situazione critica di degrado del muro che tutti possono vedere, quella


con i senegalesi sottolineava i tragici fatti di cronaca di quel periodo. Insomma Valclav senza usare tante


parole, con la sua arte fa ridere le persone ma vuole anche far riflettere sulle situazioni di disagio che


esistono intorno a noi. Dal degrado pubblico agli emarginati.


Per la giornata mondiale della poesia Vaclav presenta due installazioni una all’esterno con quadri avvolti


nel cellofan a simboleggiare la “voce muta” all’interno invece vaclav ha voluto portare due ritratti di due


immensi poeti italiani Alda Merini e Pier Paolo Pasolini. Sono due ritratti particolari perché hanno “voce”


ma non vorrei dirvi altro, vorrei farsi scoprire da soli come.

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