DOT.SSA ELENA GOLLINI

Valeria Ferrari

Recensione critica a cura della Dott.ssa Elena Gollini


Nell’appassionato lavoro creativo di Valeria Ferrari si ravvisa la metafora simbolica dei quattro elementi: l’intelletto nell’aria, il fuoco nella fiducia in se stessi e nella volontà, l’acqua nel sentimento e la terra nell’esecuzione materiale. Questi elementi mantengono intatta, nello scenario narrativo, la loro integrità di valore sostanziale preminente e al tempo stesso, si fondono e si amalgamano perfettamente al paesaggio interno del mondo artistico creato da Valeria. La componente simbolista nella sua arte pittorica si inserisce e si innerva ad un livello concettuale semantico molto profondo. I simboli codificati mantengono un legame di connessione stretta e solida con il mondo esterno, convogliando insito in essi uno speciale potere di accattivante coinvolgimento, che amplia e amplifica la funzione percettiva a tutto campo.

“Io dipingo come un uccello canta” proclamava l’illustre maestro Claude Monet, per sottolineare la sua naturale propensione all’arte pittorica. La stessa innata propensione creativa si ritrova in Valeria che usa la pittura come espressione prediletta per esternare, in modo libero e disinibito, la voglia di fare arte con quella naturalezza, quella spontaneità e quella predisposizione innata, che non vengono mai frenate né forzate, ma si manifestano come una “sorgente” inesauribile da cui attingere di continuo la fervida ispirazione.

Valeria è un esempio positivo di artista moderna e contemporanea, che recupera e rivaluta dalla tradizione degli insegnamenti del passato quanto considera più utile e funzionale e lo modella a sua misura, per ottenere la migliore incisività nelle rappresentazioni e il più congeniale impatto strutturale. È un’artista energica, vivace, che possiede grande padronanza e dimestichezza nel gestire la materia pittorica, riuscendo con forte slancio propositivo a trovare un proprio percorso preferenziale e a ricavarsi una propria dimensione di stile, che la identifica e la qualifica in modo comprovante.

I quadri catturano e attirano da subito l’attenzione, come se fossero delle calamite con il ferro. Non è mai scontata e banalmente emulativa, ma “gioca e azzarda” nella sperimentazione con spirito anticonformista, con l’entusiasmo e la passione di chi ama davvero e senza riserve l’atto della creazione e si compiace nel totale gratificante appagamento di donare agli altri il frutto prezioso del proprio lavoro, per comunicarne l’essenza primaria fondante. La mentalità molto aperta e cosmopolita la aiuta e la sorregge nel progettare sempre nuove soluzioni.

Davanti alle opere di Valeria ci si sofferma volentieri a pensare e fantasticare, lasciandosi coinvolgere dalle visioni contenute in uno spazio tra realtà e fantasia, dove l’utopia dell’immaginario si intreccia alla potente evocazione della dimensione analitica esistenziale. Valeria è artefice di un’arte di intenso carisma contenutistico, che non si lascia mai condizionare dall’apparenza e dall’apparire in termini esibizionistici fini a se stessi. Valeria ci stimola e ci esorta ad osservare le sue creazioni per intraprendere un cammino enigmatico, lungo un percorso fatto di inaspettate e impreviste sorprese, che incalzano la mente e ne sollecitano la riflessione.

All’interno di quanto proposto dal multiforme e articolato coacervo applicativo dell’arte contemporanea, senza dubbio Valeria occupa una posizione assolutamente meritevole e ricopre un ruolo avvalorato da radicate motivazioni trainanti. Fin dal primo contatto visivo con le opere si comprende che lo stile espressivo lascia trapelare e riecheg

giare quella parte che ognuno possiede in sé, talvolta anche custodita in modo volutamente nascosto e non manifesto. La sua arte ci orienta verso un’antologia introspettiva ricca di suggestioni. Valeria è un’artista viscerale, per la quale non è sufficiente disegnare bene, dipingere bene e produrre un’opera che sia gradita al pubblico dei fruitori sul piano estetico, ma si prefigge sempre di andare oltre in termini di argomentazioni sottese. Le opere risultano avvolgenti e permeanti con una carica energetica vitale, che raggiunge e scuote la sensibilità emotiva più recondita. Le abilità tecniche e strumentali indiscusse le permettono di evolvere e di superare le tendenze dottrinali accademiche, formulando e sviluppando un proprio peculiare paradigma iconografico, senza mai perdere quella purezza e quella genuinità di artista che combatte e lotta con fermezza, per essere e rimanere sempre se stessa e impegnarsi a diffondere un concetto di arte libera e liberamente accessibile.

Valeria trova se stessa non infrangendo le convenzioni in modo decostruttivo, ma performandole e modulandole in tutto il loro potenziale rimasto inesplicato. Il suo palcoscenico artistico diventa un proscenio dinamico, con elementi e componenti sempre ricercati e studiati a monte, che confluiscono in pause di sospensione meditativa e sfociano in ascendenze interiori e rivelazioni di natura emozionale e garantiscono allo spettatore una sferzante interazione. La pittura di Valeria delinea e definisce uno stato sospeso atemporale, riflessivo e pulsante come il suono del moto dell’anima e si accosta a quella ricerca dell’ES che Georg Groddeck, medico luminare della psicoanalisi, indicava come “strumento di autoconoscenza e guarigione, una sorta di psicoanalisi selvaggia” come amava definire la sua sperimentazione tra arte, medicina e osservazione del reale, che non si fermava all’apparenza, ma scendeva e penetrava in profondità a svelare l’ego intimo di ciascuno.

Elena Gollini

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