Maria Palladino

L’arte di Vesna Faiazza è contraddistinta da un processo creativo perpetuamente in limite, fra la sperimentazion,tecnica e un equilibrio interno alla composizione in continuo stato di rifacimento e disgregazione.

Ciò che l’artista cerca è il movimento, un senso di instabilità che è caratteristica della vita stessa,e della natura medesima dell’essere umano, e per questo si dedica alla commistione di materiali: acrilico,olio, pastelli, anche con l’inserimento di elementi esterni, stoffe, spaghi e altre componenti materiche, e a spaziare fra i procedimenti realizzativi: pitture, disegni, monotipi, collages. Ciò le permette di conferire alle sue pitture - poiché la vibrazione rimane sempre nell’ambito della bidimensionalità,producendo uno stupore contenuto che prefigura un “oltre” - il tratto distintivo della trasformazione,dell’esteriorità come dell’interiorità, del contenuto come delle forme. Ciò è evidente nell’impressioneottica che riceviamo di essere a confronto con un genere in grado di trascorrere disinvoltamente dall’astratto al figurativo e ritorno, e vi si mescolano riferimenti arcaici, ad un Espressionismo marcatamente secessionista, al Surrealismo straniante nel dilagare di una sembianza nell’altra, alla metafisica traduzione dei corpi, che assumono le fattezze universali di impersonali manichini, ad un Espressionismo astratto che vede nel dato emozionale la sua primaria fonte d’ispirazione.Tutto ciò è evidente nell’intenzionalità, pressoché innata all’artista, di voler ritrarre la condizione umana,in un’ottica esistenzialista: soprattutto lo smascheramento e il disvelamento dell’ipocrisia e dell’inganno,di quelle fragilità in parte risibili, in parte drammatiche che rappresentano la natura dell’uomo. Quanto non viene detto, per paura, pudore, calcolo, è quanto la pittrice vuole mettere in luce, portando la luce di una pirandelliana epifania, fra le maschere che compongono il nostro vivere quotidiano.

Destrutturare e ricreare il binomio forma-colore, perciò non basta: esso deve divenire veste di un magmacreativo continuamente in via di definizione.Le opere di Vesna Faiazza prendono vita autonomamente: si parte dal fondo che definisce la base, e manmano il dipinto si costruisce, sotto gli occhi della stessa artista, che osserva il lavoro svilupparsi nelle suemani e quasi compiersi seguendo un proprio soffio vitale; il colore e la linea ne sono gli elementi costituenti:si tratta di un colore aspro, dissonante, fatto di gialli accesi, rossi, verdi chiari, blu profondi e viola,che si apre al bianco laddove questo interviene a dar forza alla lucentezza del giallo.La pittrice ama inserire inoltre delle linee o altri particolari contrastanti, soprattutto nel momento in cui l’opera appare pressoché compiuta, per comunicare la sensazione di un’esplosione imminente, un limite aldilà del quale tutto rischia di crollare, come un castello di carte che viene poi conseguentemente e ripetutamente ricostituito.

Le due opere in mostra: “La trama dei sogni. Salvezza o trappola” raffigura la necessità di una rete di salvataggio rispetto alla durezza della vita: quella dei sogni, che è sempre comunque a rischio e va periodicamente ricucita; “Camaleontico” è la capacità di essere flessibili ed adattabili di fronte agli imprevisti e alle avversità che possono presentarsi improvvisi, la resilienza che costruisce la nostra personalità, il rischio necessario all’evoluzione che si compie rimanendo se stessi.



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