dr.ssa Carla D'Acquino Mineo

TRA SOGNO e REALTA' NEI DIPINTI DI VITTORIO MOSTARDI

I dipinti del maestro Vittorio Mostardi rappresentano il succo trasfigurato dei suoi paesaggi, tra fitti boschi, antichi borghi e marine che si aprono alla luce ed all'aria. Diceva Matisse: "La pittura è rapporto". E spiegava:" il rapporto è amore". C'è in questa pittura la capacità di instaurare un rapporto amoroso con le cose, con delicatezza, come se i quadri fossero liriche lontananze. La stessa natura appare nel dipinto filtrata, quindi, riassaporata, tra i preziosi valori  dei verdi che si integrano con la leggerezza dell'aria di un azzurro terso, che rende limpide e chiare le vedute libere, senza costrizioni.

Vi sento il respiro di un illustre civiltà che nasce dall'impressionismo francese e che  si evolve verso un'ambientazione sognante, mentre nelle prospettive dilatate dalle emozioni interiori, essa diviene quasi metafisica nei silenzi d'animo. Nessuna forzatura, bensì l'attenzione estrema nel cogliere col massimo di sensibilità quel certo punto luce, quella gradazione esatta del tono, quella tal vibrazione dell'aria. Questo è, dunque, impressionismo? Non propriamente. La fenomicità della visione, tipica di Monet, subisce una sorta di passaggio, attraverso il ricordo che avanza. La differenza non è evidente, ma la fragranza dell'emozione cede il passo alla nostalgia dell'attimo perso. Ecco quindi, i suoi pawesaggi con lo sfondo di scogliere, si aprono a vedute marine, così limpide, in cui i toni cantano armoniosamente le ocra dorate, i blu cupi, i verdi variegati della vegetazione, dove la pittura diviene musica vivaldiana: una sinfonia in cui le immagini si illuminano di bianca luce che si squarcia nell'infinito cielo all'orizzonte nella conciliazione tra senso ed intelletto, natura e poesia. Vittorio Mostardi ha il coraggio di misurarsi con i grandi artisti del passato storico dell'arte non solo italiana, da Cèzanne a Renoir, cogliendo nell'armonia la lezione della pittura come ytrasfigurazione della luce, come magia dei sensi ed inantamento dell'anima. Ma nel contempo guarda alla natura, cercando da essa gli stimoli visivi come sentimentali, per quel rapporto di cui parlava Matisse. Nella sua splendida narrazione figurativa si percepisce questa esigenza primaria di dialogo con il dato naturale nella sospensione di preziosi attimi in un'atmosfera indefinita. Alla fine, l'illusione e lo straniamento delle realtà ci trasportano verso una dimensione quasi dorata, in cui è  bello vivere nei sentimenti che solo il linguaggio universale dell'arte può trasmettere ad ognuno di noi in un nuovo sogno.

Carla D'Acquino Mineo

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