Prof. Carmine Ferraioli

L'arte di Empireo, artista per vocazione, lungi dal connotarsi come leziosa e salottiera ricerca fine a se stessa, è un gesto sociale faticoso, tormentato, sentito e profondo, di una persona che vive in "solitudine", che è da intendere come scelta esistenziale volontaria, appassionata e travagliata, che proietta l'artista nello spazio di una "cella segreta" nella quale trova e dalla quale invia messaggi estetico-socio-culturali e metafisici.
Dal punto di vista formale, l'arte di Empireo si presenta come scultura su tela.
Nel gioco sapiente dei chiaroscuri delle luci e delle ombre s'inserisce il colore, sommamente padroneggiato dall'artista che, nel mentre inserisce la figura nel suo naturale contesto umano-geografico, è sempre parco, misurato, opaco, accessorio: è la scultura a primeggiare.
Ogni figura raccoglie, racconta e dice la dura realtà della quotidianità, la durezza della condizione esistenziale, il proprio e altrui ineluttabile destino, i ritmi ossessivi della solitudine, la visione dolorosa della vita, la bellezza di un ritorno ad uno stato di vita più a misura d'uomo.
E' un'arte, quella di Empireo, viva, allora; e non è certo il colore a dar vita all'opera, ma la figura umana sempre carica di messaggi; è un'arte che "commuove" (movere-cum), dunque, che coinvolge, interpella, interroga, mette in crisi certezze e conquiste mal interpretate e mal gestite.
Ogni figura sembra insegnare che ogni essere umano, pur combattendo con fatica e nel dolore contro le ingiurie, numerose e spietate, della storia, può opporre resistenza con la propria forza di volontà per non arrendersi o soccombere.
Grazie a quest'arte, che spesso si colora d'autobiografia o che attinge a brandelli del passato ancora scolpiti nella coscienza dell'artista, abbiamo nello stile di Empireo un'esperienza che supera il limite spazio-temporale e si trasforma in categoria dello spirito: cose che appartengono all'Universale.
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