PROF. VINCENZA MUSARDO TALO'- STORICO E CRITICO D'ARTE

Emozioni coloristiche di un infinito-finito nella pittura percettiva di Vito Spada

Le opere di Vito Spada accostano soluzioni polimateriche sapientemente fuse in orditi precisi di forme e di linee e sorrette di una fascinosa energia coloristica, capace di far colloquiare il suo virile sentire con la voce arcana e misteriosa del Tempo. Ogni suo dipinto sottende un pensiero e una tensione emozionale, tradotti in un colto linguaggio astratto-informale, il cui spirito composito sa di presagio di nuovi indirizzi ideativi, con soluzioni morfologicamente concepite all’ombra di una critica meditazione.

In ogni suo lavoro egli ricrea la sua anima in maniera sinergica e con sintesi armoniosa, attraverso la potenza sensopercettiva del colore materico, che è ideazione e celebrazione di una magistrale sintassi cromatica, la cui essenza è fatta di studiati effetti ottici, di sapienti giochi di ombre o di ampie campiture e compositi e sottili equilibri polimaterici, che conferiscono elegante plasticità alle forme e forza luministica all’intero testo pittorico. In aggiunta, il tessuto di linee e forme (prodotto squisitamente mentale, razionale e ordinato) esalta l’incontro di diverse figurazioni di geometrie-simbolo, ricche di elementi curvilinei, con impressioni cinetiche percettivamente fruibili e mai caotiche; un ritmo non facile da innestare in quelle sue nette e razionali figurazioni geometriche. In tal senso, la sua arte è sintesi di un simbolismo formale (il cerchio, il quadrato, il triangolo o il rettangolo) che sapientemente si racchiude nel gioco delle complesse e libere movenze del colore. Per Spada, il colore è tutto, è l’élan vital, l’identificatore precipuo della sua pittura, sia pure ordinato in precise geometrie. Ed ecco che il colore si fa intensa vibrazione interiore, pura voce dell’anima, tradotta in accorte suggestioni cromatiche, fatte di scale di toni timbrici e tonali; e se a tratti alcune sembrano prevalere su altre, mai l’artista scade nella prepotenza espressiva.

Nella sua più recente produzione, vi sono poi delle creazioni in cui è palpabile la tensione della mano nel marcare un sapienziale limite tra pittura e pseudoscultura, ricorrendo a un plasticismo dai volumi addomesticati da linee e dall’uso scaltro del colore, senza sacrificare quell’armonico movimento di forme In aggiunta, l’uso perito delle tecniche più diverse (colori acrilici e a smalto, stucco, resina lucida, inserimenti polimaterici, foglia oro e/o argento e rame su supporti diversi: tela, legno, alluminio e altro) esalta quella meditata risoluzione di effetti figurali dalla luce cangiante, quale esito di sovrapposti impasti cromatici, che danno riflessi prospettici, intonazioni volumetriche e percezioni sempre diverse di luci e ombre.

Come ogni poeta del pennello, anche Vito Spada confessa che un dipinto è sempre il risultato di un incontro emozionale tra il sé e l’attesa di conoscere quelle incognite espressive, che nel pathos della creazione prendono a sorpresa la mano dell’artista, rendendo critico il controllo della sua primigenia ideazione.

Sono messaggi che rimandano a una memoria valoriale archetipa, a rituali segnici ancestrali, carichi di accostamenti simbolici, da decodificare come un invito a perseguire – attraverso la cultura e la morale dell’Arte – l’armonia collettiva dell’Universo-uomo.

 

Nota critica di Vincenza Musardo Talo’


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