presentazione mostra CARTOLINE DALL'ORIENTE

Il titolo della mostra "CARTOLINE DALL'ORIENTE" evoca mondi esotici incantevoli e misteriosi che la memoria dei viaggi della pittrice ci "invia" dalla lontana Asia. Le opere si rifanno alla tradizione sia religiosa che di costume del passato così come del presente.

LA TRADIZIONE RELIGIOSA: I quadri con fondo oro sono di ispirazione buddista e induista e sono carichi di simbologie religiose. I colori dei fondi dei mandala stilizzati sono rappresentativi dei quattro elementi naturali da cui trae origine ogni sostanza di cui è composta la materia. I Buddha nella posizione placida del fiore di loto e con il viso in posa distesa  e rilassata regalano serenità all'osservare che li contempla. La scelta del fondo oro riflette la consuetudine orientale di dipingere o ricoprire le statue con il prezioso metallo così da insignire di  pregio e considerazione la divinità. L'abbandono imperturbabile del portamento dei Buddha contrasta con la potenza espressa dal possente fisico del potente dio Shiva. Questa divinità indù è personificazione della distruzione e della rinascita ed esprime i suoi molteplici aspetti benevoli e terrifici allo stesso tempo. Il volto concentrato e pacifico comunica bontà e indulgenza mentre i muscoli tesi e definiti palesano vigore e dinamismo. Infine i mandala stilizzati che con la componente del cerchio (luogo dello spirito) dentro al quadrato (luogo della realtà materiale) esprimono la centralità e la supremazia della sfera mistica e trascendente rispetto alla vita terrestre passeggera ed effimera.

LA TRADIZIONE DI COSTUME I quadri delle geishe e della fioritura dei ciliegi sono ascrivibili alla tradizione giapponese. Le geishe sono statiche, e sembrano immortalate in un tempo immutabile. Le prime testimonianze storiche dell'esistenza delle geishe risalgono al settimo secolo e ad oggi le loro usanze sono rimaste inalterate. In un paese, come il Giappone, così evoluto, moderno e vocato a tutto ciò che è innovativo, osservare la presenza di queste donne è sorprendente. Questi frammenti di storia che sembrano usciti dalle pagine di un romanzo fantasy sprigionano una grazia ed una bellezza talmente sbalorditiva da lasciare attoniti. In particolare, le geishe rappresentate di spalle sembrano volersi sottrarre alla modernità imperante rifugiandosi in cerca di protezione nella memoria del passato. I fiori di ciliegio, rappresentano Hanami, termine che si riferisce alla tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi. Il fiore del ciliegio, la sua delicatezza, la brevità della sua esistenza sono per i giapponesi il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita, della bellezza dell'esistenza. I quadri che chiudono l'esibizione sono dedicati alla"Via della Seta". L'antica Via, nella nostra memoria, è un mito che ci riporta ai viaggi di Marco Polo. Ora, il ripristino dell’antica rotta delle carovane che dalla Cina arrivavano in Europa attraversando l’Asia e il Vicino Oriente è al centro del piano di diplomazia economica più ambizioso di Pechino. Anche in queste opere si vuole sottolineare quanto la tradizione del passato possa portare a progetti innovativi favorenti gli scambi non solo commerciali ma ancor più culturali e artistici tra Europa e Asia.

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