Classe al buio

di Francesca Granieri

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Descrizione

In questa tela ho voluto riportare l'attenzione dello spettatore sul fenomeno dei rapporti inutilmente conflittuali, all'interno delle aule scolastiche del XXI° secolo (non che deleteri).                                                        Ho scelto uno stile di rimando volutamente espressionista, con colori accesi e toni cupi, per sottolineare i sentimenti di tensione ed incomprensione, non richiesti, subiti dall'insegnate di spalle ed allo stesso tempo voluti dagli alunni come armi contro il docente.  Oggi più che mai, nelle classi in cui i bambini sono più grandi, vedere l'insegnante come un nemico, o surrogato di un' educazione fallita, da condannare si fa più eloquente.

I banchi sono rossi per rappresentare i sentimenti di rabbia, desiderio di rivalsa, guerriglia, ma anche d'entusiasmo e fiamma creativa inespressa, perché deformata attraverso l'uso creativo a rovescio della denigrazione, del pettegolezzo e della diffamazione digitale( attraverso i cellulari nei posti ai lati dei ragazzi accanto ai libri, in alcuni banchi assenti perché dimenticati) quasi senza la piena consapevolezza di danneggiare un'altra persona o l'aver commesso un reato. Ormai col telefonino tutti si insultano a vicenda ed un'insegnante non è diverso da un compagno, un genitore o un adulto "rompipalle" qualsiasi da zittire perché minerebbe, ai loro occhi, un'individualità non ancora formata o identità pienamente consapevole, ma che già da ora vorrebbe passare come tale senza il minimo sforzo ne aiuto.

Dall'altro capo l'insegnante resta in piedi, di spalle allo spettatore ma con gli occhi fissi davanti ai propri studenti mentre cerca tenacemente di adempiere al proprio ruolo. La figura tenta, in tutti i modi e mezzi limitati concessi dalla propria istituzione, di risvegliare delle menti che non vogliono essere coinvolte, affinché la trasmissione delle conoscenze non sia piatta o fine a sé stessa.                                                                  Il colore verde  della cattedra che compare un pò dappertutto sulla tela assieme all'arancio, significano tenacia,speranza, ed entusiasmo. I volti sono anonimi e senza una distinzione chiara eccetto che per i capelli per rendere eloquente la paura, dello studente e dell'insegnante, di non ricordare i loro nomi fuori dal contesto scolastico e che diventino la massa informe di una folla di gente buona solo a protestare; tanto per dire qualcosa, non  per un reale bisogno di attenzione accurata per il singolo, tutti e nessuno. Sulla cattedra c'è sia il registro sia il libro di testo costantemente aperto per rappresentare una cultura benigna ed aperta a chi vuole usufruirne (da sullo spettatore). Le mani dell'insegnante mimano i concetti della materia che gli studenti non capiscono o non vogliono capire, ascoltare e solo pochi assimileranno, ossia quelli rivolti con la faccia al docente e che non si guardano tra loro.

Infine la classe da l'impressione di essere al buio per riprendere il vecchio detto "il sonno della ragione genera mostri", e la vera domanda è "i mostri sono gli studenti, frutto d'un educazione spezzata dai relativi genitori?" o "è l'insegnate, che non ha saputo adempiere al suo compito, formare i suoi discenti come si deve, perché pedina di una scuola oggi inconsistente?".    

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