La mia Verona
Descrizione
1992
Verona, città natale, ti ho amato e ti conservo nel ricordo.
Ma come ti ho amato?
L’ho fatto calpestando i tuoi selciati umidi
camminando ubriaco tra la nebbia autunnale
nel profondo della notte
girovagando tra i vicoli nascosti
alla ricerca di un'osteria che attardi la chiusura
o di un amico improvvisato
con cui condividere angosce e desideri
diventando “fradei” per un’ora
per scoprire il giorno dopo
di non ricordarne il volto e il nome.
L’ho fatto dormendo tra i clochard,
nella rigidità dell’inverno,
non per edonismo,
ma per proteggerli
da orde di agenti comunali prezzolati
reclutati tra la feccia violenta degli stadi,
che pattugliavano la notte
bruciando le poche coperte possedute.
L’ho fatto manifestando per le strade,
lottando per libertà e uguaglianza,
sfidando il perbenismo clerical borghese
assieme ai molti fratelli del momento,
attorniati da agenti antisommossa,
o scrutando ad ogni vicolo,
per prevenire i puntuali attacchi
di vili nazistoidi guastafeste.
L’ho fatto così e in mille altri modi,
ti ho amata di giorno, si,
ma è di notte
che ti ho potuto possedere
e godere di te fino allo stremo.
0 commenti
registrati o accedi per lasciare un commento