Stefania Maggiulli Alfieri

L’arte del Trompe d’Oeil, termine francese che indica l’inganno dell’occhio, è un’arte complessa e strutturata, è l’illusione del tridimensionale che dilata gli spazi, rappresenta inganni reali , per usare un ossimoro, dipinti su superfici bidimensionali.

È un’arte antica che risale ai greci e ai Romani, basti pensare alle splendide domus, sui quali si possono ancora ammirare , splendidi esempi ci vengono dal Mantegna, da Tiepolo fino ai nostri giorni.

L’artista Alessandra Casetta, sembra prediligere questa corrente e questa tecnica, lo fa con richiami alla classicità, i vasi con fiori e frutta, quelli privi di altri elementi, rimandano proprio alle domus romane e alla pittura settecentesca.

L’artista cura meticolosamente i particolari e l’effetto prospettico realizzando opere di sicuro effetto tridimensionale , dimostrando gusto e occhio.

A questa produzione l’artista collega quella di altri soggetti, fiori, nudo di donna, un viso orientale fino alle figure egizie.

Quello che colpisce è l’astrazione dei soggetti da un contesto, gli oggetti dominano lo spazio quali unici protagonisti, sembrano esprimere una condizione di isolamento, non vi è spazio per il superfluo, l’immagine si concentra e attira su di se l’attenzione del fruitore, quasi galleggiasse in uno spazio proprio.

Spazio che sembra rappresentare la parte più intima dell’artista, uno spazio non fisico ma mentale dove il soggetto tenta di sfuggire per comunicare qualcosa sulla propria condizione, o semplicemente, cercare l’isolamento come protezione da agenti esterni.

Ma la pittura è espressione tesa a comunicare all’esterno ciò che di più intimo alberga nell’animo umano, cosicché questi soggetti svelano una personalità nascosta dell’autrice, in contrapposizione con la solarità del sorriso con cui accoglie e guarda il mondo. Qualcosa di intimamente privato che solo attraverso la sua arte riesce a trovare parola

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