Biografia

                                                                                        Arianna e il filo... racconto di una biografia

Arianna Cox nasce a Parma nel 1975. Studia disegno e l’arte di dipingere con lo zio materno, Bertolini Bruno, pittore professionista già negli anni ‘40. E’ per questo vivere l’ arte nel quotidiano, fin nei primi anni di vita che la rende recettiva ed affascinata da ogni sua forma. “il mio primo incontro con l’Arte, l’ho avuto ancora in fasce: con uno zio pittore sarebbe stato impossibile evitarla a lungo. Quando avevo 5 anni, lo studio dove lavorata era per me il più bel parco giochi che potesse esistere: l’odore dell’acquaragia, quei tubetti di colore malamente schiacciati; le tele da finire, le lastre di rame, i pezzi di cornice... e le veline con quei bozzetti che a me sembravano già perfetti... di cui potevo immaginare ogni reale movimento e che vedevo concretizzarsi sotto i tratti dei pennelli... bhè ... poteva piovere anche tutto il pomeriggio, ma io sapevo che me ne sarei andata in giro per paesaggi inconsueti, volti imperfetti, emozioni falsamente celate da piccoli movimenti e sfumature, così vere che ne avrei potuto sentire il rumore” L’arte ha talmente tante manifestazioni e da talmente tanti impulsi che per chi nasce avvolto da molte delle sue forme vorrebbe viverle tutte e crearne di nuove: di fatto Arianna sperimenta per prima l’arte dello scrivere, poesie, racconti, testi teatrali (scrive e dirige con la sua compagnia nel 2003 lo spettacolo inedito “La luna e Il vento) ed anche un piccolo romanzo. La passione per la pittura, sua grade maestra d’anima, arde sotto le braci di queste sperimentazioni e resta per lungo tempo in attesa di essere ascoltata. La morte dello zio, avvenuta nei primi anni del nuovo millennio, le restituisce vivi i ricordi d’infanzia: la sacrificale scintilla che la porta a reinterpretare se stessa nella sola dimensione che meglio la rivela. “Non ho mai creduto che l’arte potesse essere vincolata alle nostre consapevoli potenzialità. Nel suo concetto di essenza eterea, di tutto che convoglia il nulla, si mischia senza spiegazione alle nostre emozioni, per loro stessa natura inafferrabili e potenti. Così da vita a qualcosa di esclusivo che non ha bisogno di essere per forza compreso, ma assolutamente vissuto”

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