Roberto Franco Storico Dell’Arte

Basterebbe il tema scelto dagli organizzatori per sintetizzare l’importanza della mostra organizzata a Colle Paganica di Montereale. Le bellezze naturali, diventano modelli che si materializzano con artisti che nella realizzazione conservano la sacralità del materiale utilizzato. Il legno, la pietra ,l’arenaria non vengono utilizzati come “cosa”, ma modellati come conseguenzialità di immagine insita nella materia. Materia che si animizza, diventa rapporto d’amore tra l’esecutore e l’opera realizzata, continuità tra territorio e uomo. Quella continuità che non è mai venuta meno tra gli uomini e la natura di questa terra, dove l’antropizzazione è stata sempre vissuta come un unico naturale, dove natura e uomo hanno rappresentato la vita. La scultura, il disegno, il dipinto, sono la continuazione di un legame con le opere conservate nella chiesa di S. Chiara, dove l’affresco, l’opera lignea, non sono mai immagini iconografiche casuali o improprie, ma confermano la vicinanza tra la cultura montanara con la tematica della sacralità, dove la lettura dell’opera supera il momento solo devozionale, unendo al momento religioso un momento altamente culturale. Ieri come oggi la montagna guarda ai grandi eventi culturali che accadono lontano o vicino, a dimostrazione che la sacralità non ha un tema stabilito, ma è l’attimo nel quale ci si riappropria di una “cosa” che non è semplice materia ma appartiene all’”io” universale dell’uomo e delle sue origini. L’arte protagonista di un forte momento collettivo, supera il momento individuale dell’artista e diventa immaginario di una comunità che vive l’evento. Le opere inserite in una galleria naturale, diventano opere di chi esce dall’anonimato, gli autori diventano nomi dell’arte contemporanea che entrano a far parte della schiera degli artisti. Montorselli, Salvatori, Novelli, Pelosi, Picchioni, consegnano all’arte contemporanea opere che inducono alla riflessione. Sembra di assistere alla descrizione di una favola, dove la realizzazione diventa una forma generale dell’esperienza. Partendo dalle radici, non significa rinunciare alla globalità e rimanere legati al provincialismo, significa avere il coraggio di non rinunciare allo choc della modernità. In un mondo fatto di illusioni, di mercanti e pseudo “amanti dell’arte”, le opere realizzate ispirate alla montagna, segnano un momento dove si supera la teoria accademica per affrontare il tema della realtà, la realtà di oggi, che mai come adesso racchiude tragicità, delusioni, sogni: ma anche tanta necessità d’amore. L’auspicio che l’iniziativa di Colle Paganica di Montereale, sia l’inizio di un percorso artistico, dove realtà e sogno diventino unicità.

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