Biografia

Sono originario della caratteristica città di Perugia, nel cuore verde dell’Umbria.
Mi avvicino sin dalla prima età al mondo dell’arte, riproducendo ciò che mi circonda su tele e fogli. Ben presto scopro che l’interesse nel dipingere non è solo un gioco , un divertimento, ma una vocazione.
Inizio la scuola d’Arte a Perugia, che decido di lasciare in un secondo momento per dedicarmi ad una forma autodidatta di apprendimento.
Mi concentro sui paesaggi, ma rielaboro la natura circostante cambiando i colori originari di ciò che percepisco e li muto con i colori dei miei stati d’animo. Mi specializzo nel trompe l’oeil, dopo aver frequentato un corso sulla decoraizone di interni, trovando interessante come questa tecnica possa realmente ingannare l’occhio dell’osservatore. Dopo aver lavorato come Decoratore d’interni, maturo artisticamente e capisco che non è più la natura l’oggetto del mio sentire. Sento che il mio messaggio non è più legato a quei paesaggi umbri dove algidi preludi di tempeste , caldi tramonti e rilassanti uliveti che coloravano le mie tele. Decido di analizzare l’ essere umano, visto come una figura solitaria, sia femminile, sia maschile invischiato nelle fasce delle problematiche di tutti i giorni, travolto dalle emozioni, dalle sensazioni e dagli stati d’animo. Sono convinto che molti di noi utilizzino delle maschere nel vivere quotidiano, maschere diverse per ogni momento, per ogni evento, ma sempre maschere.
Nasce cosi la voglia di rappresentare l’ipocrisia che coattamente ci viene imposta dal vivere con il simbolo dell’ipocrisia stessa: la maschera; che nasconde il nostro vero io e che ci plasma sulla necessità del momento, non mostrando mai come siamo realmente, ma come gli altri vogliono che noi appariamo.
Ho usato cromie azzerate nei corpi dei soggetti ritratti e ho voluto che i volti delle maschere non cambiassero tra un’ opera e l’altra , perchè volevo conservare sempre la stessa espressione. Le cromie azzerate le ho scelte per spersonalizzare i soggetti, rendendoli privi di una riconduzione personale. Infatti nel coinvolgere nella mia ricerca emozionale diversi individui non ho voluto identificare una o l’altra persona nel quadro, ma ha voluto che fossero tutte rappresentate in un unico corpo bianco/nero.
Per quanto riguarda invece i volti delle maschere, proprio perché a prescindere dal contesto che le vede coinvolte, che sia sul lavoro, in una passeggiata o in un amplesso, il simbolo rimane lo stesso, il negare la sincera realtà dell’essere indossando una volto che non ci appartiene, il volto e l’espressione marmorea della maschera rimangono uguali.
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