Biografia

Nato a Milano nel 1963, Franco Bartolo Longo a soli tre anni incontra l’arte e da quel momento è amore prima vista e il matrimonio è per sempre.

Smontare e rimontare (correttamente) i suoi giocattoli meccanici ed elettrici è il passatempo preferito. A 7 anni scopre la falegnameria Cominciava a pasticciare e  a costruire. Col tempo questi trucioli diventano vere e proprie sculture.

A dodici, seguendo le orme del nonno materno, si appassiona al giardinaggio e all’erboristeria. Più avanti negli anni, inizia a collezionare di tutto. A 17, lo troviamo bassista in una band. Cinque elementi che, mettendo assieme le proprie passioni musicali, iniziano a comporre brani da soli.

Un giorno il batterista del gruppo si presenta alle quotidiane prove musicali con tele, pennelli e colori. Opportunità preziosa perché incontra per la prima volta la pittura. Quindi, oltre a suonare, i cinque ragazzi, tra un brano da loro composto e una necessaria dose di goliardia, dipingono fianco a fianco sulla stessa tela. Lavori corali di poco valore, però utili a cementare il gruppo e far contrarre il “virus” della “pittura seria” al Longo.

Leonardo da Vinci è, da sempre, un grande stimolo per lui. Comincia a copiare i disegni del “Maestro” e li trasforma in dipinti ad olio.

La natura si rivela, invece, la seconda vena tematica prendendo spunto dalle conoscenze di botanica acquisite qualche anno prima.

Da lì in poi, comincia una scalata ricca di affermazioni e forti conferme.

Appena iniziato a dipingere, avverte subito il bisogno di frequentare i pittori di Crotone, sua città di residenza, per apprendere i segreti e i rudimenti estetici. Segue, in particolare, i maestri Salvatore Ferragina e​ Antonio Sfortuniano, entrambi crotonesi e molto più dotati e professionali rispetto ad altri artisti. Frequenta anche l’ingegnere Rosario Collia (padre del tastierista della band sopra citata), il quale inizia ad inoculare nel Longo l’amore per la grafica.

Qualche anno prima, il Collia lascia l’attività di ingegneria per dedicarsi anima e corpo all’arte, aprendo diverse gallerie e veste i panni di mercante d’arte. Assieme al Collia, anche Antonio Sfortuniano (pittore e incisore) lo spingono verso le arti incisorie. Dopo alcuni anni si trasferisce a Catanzaro per studiare elettronica industriale. Ivi fa la conoscenza del Maestro Antonino Maria Garufi, siciliano di Messina che, per amore, si trasferisce nella Città dei Tre Colli.

Cominciarono le frequentazioni col maestro messinese e gli artisti catanzaresi. Un’altro gradino era stato salito verso mete più prestigiose.


Franco Bartolo Longo, però, sente col passare del tempo la necessità di ricercare nuovi stimoli e strade diverse. Si dedica, così, prima alla fotografia paesaggistica e poi a quella ritrattistica seguendo prima i dettami del fotografo americano Ansel Adams e poi quelle dell’armeno Yousuf Karsh. Dedica un lungo tempo alla fotografia sperimentale ed alle antiche tecniche di stampa. Il TIME utilizza una sua foto per la copertina.

 A 22 anni abbandona definitivamente la musica e si dedica completamente alla pittura, all’incisione ed alla fotografia. Consigliato dal Maestro Sfortuniano, frequenta Urbino sia per esposizioni sia per corsi di incisione. 

Iniziano le prime mostre all’ estero.

Incontra il maestro Dario Modena, milanese. Grazie a lui, inizia ad usare tele e colori di grande qualità mezzi, che tutt’ora adopera. Il sodalizio dura ben 12 anni. Seguito dal Maestro Modena, Longo lavora al suo fianco senza sosta o svaghi nello studio di Loppeglia (LU) nella splendida Garfagnana. Il Maestro è rigido sul lavoro ed anche nella vita.

Un giorno, durante un incontro col gallerista/ingegnere Collia, questi lo mette in comunicazione col maestro Giorgio Michetti, la cui fama è internazionale. E’ l’incontro che attendeva da anni. Col maestro Michetti il vincolo artistico dura sei anni. La sua dinamicità è proverbiale e mette il Nostro, a suo agio da una parte ma lo bastona, metaforicamente, sulla pennellata e sull’impasto libero e divertito. Dopo quel periodo e per una sfortunata circostanza, perde di vista il maestro e si ritrova a lavorare da solo senza una guida qualificata.

Alla ricerca di sensazioni e stimoli nuovi continua ad esporre in ogni dove e, inquesto peregrinare, viene presentato all’ antiquario Luigi Armondi, di Brescia, che gli consiglia di studiare il colore dal punto di vista chimico e di conseguenza di creare i colori in autonomia. Dopo quell’ incontro, e a seguito degli studi fatti, per sedici anni non utilizzerà più il blu. Colore che non sentiva perché troppo freddo e distante dal suo animo.

Il pubblico apprezza il calore che sprigionano le tele orfane del loro blu. Quegli anni sono caratterizzati da una maggiore e spasmodica ricerca di una guida autorevole. L’imperativo è sempre stato “ELEVARSI”.  La ricerca da i suoi frutti. Incontra il rinomato maestro Francesco Ferrovecchio, titolare della Cattedra di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Il nostro conquista il predetto con una xilografia a 11 colori ed unica matrice. Per qualche anno il sodalizio è forte e la collaborazione assidua. Il nostro artista assorbe come una spugna tutti i dettami del Maestro Ferrovecchio il quale, a breve passerà a miglior vita.

La ricerca continua più spasmodica di prima. Nel 2014, Franco ritrova così come l’aveva perduto il Maestro Michetti, che intanto aveva compiuto 103 anni. L’incontro ridà slancio alla tavolozza ed al modo di dipingere del nostro artista. Reinserisce il blu e ripropone una tavolozza ricchissima di colore nonostante abbia ridotto a pochissime tinte i colori usati. A giugno 2019 il Maestro Michetti sposta il suo studio in Paradiso. Il nostro si rimette alla ricerca di un valido sostituto che lo porti a livelli ancora più alti.

​Ad oggi, le opere di Franco Bartolo Longo, sono presenti in collezioni pubbliche e private in America, in tutta l’Europa e in buona parte del resto del mondo.

Attualmente vive a Crotone    

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