DOTT . ssa GABRIELLA GENTILINI (critica alla mostra "Floralia" 2009)

Dott. Gabriella Gentilini
Storica dell’arte
Piazza Per Vettori 10/A Firenze
Cell.  329 4967387


FLORALIA E DINTORNI, LE FORME DEL QUOTIDIANO

   Non svela più di tanto Franco Curvo in merito alle modalità tecniche con cui realizza le sue opere e conduce la sua ricerca nell’ambito dell’arte digitale, certo è che i risultati sono a dir poco eccellenti.
   La sua preparazione di matematico sta naturalmente alla base di questa attività, a cui si affianca uno spiccato interesse per la pittura del Novecento. La predilezione per l’opera di De Chirico fa orientare l’artista verso un linguaggio di ascendenza metafisica con cui affronta una serie di tematiche legate alla realtà quotidiana.
   Ma in questo caso pennello e tavolozza vengono sostituiti dalla tastiera del computer e il monitor prende il posto della tela e del cavalletto, infatti stiamo parlando di computer art o arte digitale. E chi dovesse storcere la bocca si dovrà presto ricredere perché siamo in presenza di una forma di arte a tutti gli effetti, relativamente giovane ma affermata, che vanta capostipiti del calibro di Pietro Grossi e le cui intuizioni cinetiche vanno ricondotte a Vasarely e allo sviluppo della optical art.
   Il progredire della tecnologia ha fatto sì che il computer entrasse nel mondo dell’arte non solo perché rappresenta il più comodo mezzo di riproduzione e comunicazione ma anche perché è  strumento in grado di consentire la realizzazione di un intero processo creativo, ampliando all’infinito le sue potenzialità espressive. Chi vi si dedica nell’elaborazione artistica lo fa con la preparazione tecnica acquisita in lunghe ore di applicazione e di costante impegno, unita a doti di personale attitudine intellettuale.
   Franco Curvo conduce ai più alti livelli questa sua ricerca preparando con cura meticolosa i programmi che daranno vita alle composizioni da lui create. Il richiamo all’arte classica è molto sentito e rivissuto in maniera personale con evidenti agganci alle visioni dechirichiane, dove il silenzio e la solitudine costituiscono motivi di riflessione filosofica e cosmica.
   Gli orologi fantastici, quasi sfere astrali, segnano ore senza tempo, scandite dall’alternarsi delle stagioni, fino ad arrivare alla  nostra era dell’elettronica. La presenza umana è simulata da sagome antropomorfe assai fantasiose, ma il legame con  la natura è molto forte ed offre ampi spazi narrativi, soprattutto attorno all’elemento floreale, che assume forme e cromie di grande varietà e suggestione.
   Il senso di estremo ordine e rigore che si percepisce nelle opere di Franco Curvo non è però riconducibile ad un’algida, asettica meccanicità come verrebbe da pensare trattandosi di arte realizzata con il computer, ma al contrario, il gusto accattivante delle forme, la loro grande vitalità e freschezza cromatica, il dinamismo e l’emozione che ci comunicano, sono argomento gioiosamente costruttivo e vicino alla nostra realtà.
   L’assoluta perfezione e l’intensa godibilità passano attraverso le varie fasi di un processo evolutivo a cui si può assistere con stupore, apprezzando il lavoro, frutto dell’ingegno e della creatività dell’autore.
   Un ulteriore vantaggio consiste nel fatto che ogni singola opera può essere riprodotta con delle varianti e in dimensioni diverse, ma non si tratta di arte seriale poiché ogni immagine è sempre differente dall’altra e quindi possiede una sua precisa individualità.
   Con serietà e disciplina, ma anche con spirito ludico, Franco Curvo contribuisce in modo significativo ad ampliare gli orizzonti dell’arte e della conoscenza.

                                GABRIELLA GENTILINI

Firenze, febbraio 2009

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