Veruska Vertuani

Un Tempo parallelo

Inizio il mio intervento con un’affermazione forte: i quadri di Mario contraddicono la locuzione latina del qui e ora. Questo perchè rimandano l’occhio dello spettatore a più epoche, contemporaneamente, perchè ogni tela è un incontro di temi pittorici e stili architettonici concettualmente anche molto distanti.
La figura femminile, onnipresente soggetto, spesso indossa pepli rivisitati in forma e colore, ma dalla chiara matrice greca, indossa turbanti o cappelli stilizzati, simili a un disco volante. Le donne emergono da città appena accennate o possenti, che richiamano i canoni dell’architettura razionalista (come lo è Aprilia, città di adozione per Mario).
I visi femminili si alternano, ora di profilo, minimalisti quanto basta, a dire che la donna è essenza e presenza già per il fatto di esistere. In altri casi il viso è il cuore dell’opera, espresso con un dettaglio di particolari tale da invertire la prospettiva di chi guarda chi, fino al punto di sentirsi osservati.
La donna è la figlia cresciuta, è sposa che va a braccetto col Tempo, punto di incontro o compagna di viaggio della memoria akashica, riprodotta sottoforma di nastro.
La natura che si impone su vetrate in stile liberty, una città che si rinnova passando per la cruna di una clessidra, più che essere quadri sono annales, cioè registrazione duratura di tutto ciò che accade.
Quando nella stessa tela convivono più stili ed epoche, il risultato non può non essere che quello della ricerca di altro ancora, di un tempo parallelo che offra possibilità di nuove ispirazioni. Come quando si sommano tutti i colori e nel risultato del bianco… si riparte.




Veruska Vertuani

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