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La sfidante così è stata definita Olivera Jonovic , la sua personalità l’ha portata nella sua vita a sfidare ogni cosa gli si fosse presentata davanti e riuscirci con una piena conquista. L’arte è stato il veicolo usato in numerose battaglie; la possiamo considerare autodidatta ma ditemi se una maestro meglio di un papà, non può essere considerato un perfetto maestro. Nasce a Pristina in Serbia ex Iugoslavia nel 1960, e le sue prime esperienze fino all’età di 16 anni sono appunto accanto al padre classe 1919. Le nature morte sono i suoi lavori iniziali, catturando sulla tela o tavola i paesaggi innevati del suo paese di origine alle icone sacre della religione ortodossa dove il volto di Cristo viene rappresentato in tutta la sua sofferenza come se lo stessimo vivendo oggi. Olivera apprende e fa sua la poliedricità dell’arte di suo padre artista capace. Uso il termine Poliedrico per indicare le diverse sfaccettature dei suoi atteggiamenti delle sue competenze e delle sue conoscenze. Giunta ad una maturazione diventa da allieva paterna ad ‘un’artista con una sua personalità; cambia del tutto il suo modo di percepire sia il mondo e di conseguenza il modo di fare arte. La poliedricità’ diventa parte integrante del suo operato sia nelle tecniche (passando dalla “semplice” tempera alla sperimentazione di nuove tecniche come il dipingere su tela cosparsa di terriccio per dar più risalto e profondità al soggetto dipinto o dall’inserire degli oggetti sulla tela come i glitter usati soprattutto per dar un spicco maggiore alla bellezza e brillantezza dei ritratti con le maschere), poliedricità che si scorge anche nei soggetti dipinti, passando ma non abbandonando del tutto i paesaggi a dipinti di vari soggetti: tele di ragnatela, esplosione e formazione di nuovi mondi, fili spinati questo soggetto in particolare come il filo spinato ci fa meglio capire una peculiarità fondamentale dell’opera di Olivera ovvero la meticolosità appresa dal padre che gli riesce a far cogliere particolari di un’importanza fondamentale facendo diventare il particolare stesso il soggetto dell’opera. Per completare e far meglio cogliere il suo passaggio potremo parlare del colore , dai primi colori freddi percettibili nei suoi paesaggi innevati al passaggio a colori caldi e di una diversità unica, vi ho infatti affermato che lei non abbandonerà mai i paesaggi ma li cambierà facendoli diventare un tripudio di colori. I ritratti di maschere dove la particolarità è la femminilità dei soggetti; infatti Olivera predilige il volto femminile per far indossare le sue maschere, queste maschere che diventano materiali una materia che come sopra indicato è accentuata dall’utilizzo di veri materiali come il glitter attaccati sulla tela. Alla ritratto di “veri” occhi che ci scrutano da dietro queste “vere” maschere. Nelle Maschere l’opera di Olivera si completa e possiamo veder tutto il suo operato e cambiamento; Meticolosità, tripudio di colori vividi a volte caldi a volte freddi, all’utilizzo di nuovi materiali innovanti. Dobbiamo anche ricordare che Olivera ha lavorato come pittrice di scenografie teatrali, forse un richiamo materno, infatti la mamma di Olivera fu un attrice. I suoi quadri sono dislocati nei Balcani, Germania, Italia, Canada e Stati Uniti. Partecipazioni, Mostre e Premi: GILDART International di Roma AMI.BE.C di Roma ArteLaguna 2008 ArteLaguna 2011 Rotari Club Artisti in Piazza 2008 VERNICEARTFAIR 2008 Arte in Succursale BANCA SELLA CONTEMPORANEAMENTE Studio d’Arte Sant’Agata Centro Studi Erato Kleinos Premio Cisterna Tasca di Pietra Sane Society
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