Aldo Spinardi

Salvatore Pronestì è venuto ragazzo, con la famiglia, e in quel di Chivasso, lungo le sponde del Po, e le balze della collina che si accavallano oltre la destra riva, e la piana che si nutre d'infinito, si trova a suo agio: non ha dimenticato la sua terra, anche qui ha trovato la gente semplice che la domenica passa il suo tempo davanti ad una bottiglia di barbera, in muto colloquio con il compagno e l'avversario, intendendosi più con gli occhi che con la parola, quasi fosse un peccato rompere questo silenzio che è denso di umanità, che raccoglie tutte le gioie e le angosce che un uomo può vivere: i vapori che salgono dalle acque del Po sono forse più intensi di quelli che lambivano i rami degli ulivi sulla costa tirrenica, lasciandovi una carezza d?argento, non portano sale, ma una sostanza dolce, un po? melanconica, quella stessa che nutrì i pensieri di Guido Gozzano, e la frutta, le pesche, le mele, le ciliege mostrano una tonalità di colore più pacata, proprio perché le acque del fiume non raccolgono tanto calore quanto quello del mare e non si innalzano vulcani intorno, ma soltanto colli i cui frutti potranno far ribollire i cervelli ed i cuori degli uomini.
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