Graziella Granà

Olio, pastello, acquerello, tempera tecnica mista, sanguigna: a secondo del soggetto, dell?ispirazione, del momento. Ama la pittura quanto la natura, che riproduce con facilità e felice intuizione degli spazi e dei volumi. Sono paesaggi della natura, marine, canali; scorci di paesi e portici e ruote di mulino sull?acqua limpida, perché nella natura è ?come confida egli stesso? mentre nella natura morta deve entrare ?difatti, talvolta, preferisce operare con le dita? e diremmo che ci riesce egregiamente per l?immediatezza e la scelta cromatica. Luce, anche, negli occhi di un fanciullo e nello sguardo arguto del Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa. Quasi sempre dal vero ?soprattutto per l?impianto? le pitture di Pronestì rivelano una forte carica emotiva, non disgiunta da una sensibilità che gli rende amico anche il muso dolcissimo di un cavallo. Apprezzato paesaggista, ma non solo, poiché anche le nature morte denotano nel disegno e nei colori, prevalentemente a tecnica mista, come l?inclinazione personale abbia avuto un solido supporto di studi con Francesco Fossati e Anselmo Troletti. Così come per la figura che l?acquerello ha espresso al meglio nei due caratteristici personaggi chivassesi di ?Teresina? e ?Il muto?. Questi acquerelli (appartenenti a due diverse collezioni private) mostrano, al di là del preciso, estroso dettaglio figurativo, l?unicità e la poliedricità del soggetto uomo.
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