Eugenio Monti Colla - 1995 "EVOCAZIONE DEL MISTERO"

Con audace colpo d'ingegno (o, meglio, d'arte) Sergio Graziosi viene a sorprenderci e a turbarci. La mente vola immiediatamente alle antiche maschere funebri, al volto dorato del re Agamennone, ai volti degli idoli degli antichi riti tribali. Il disegno si fa scultura, come se la mano del pittore avesse scavato nella pietra con la rabbia e la ferocia impietosa di chi vuole ripetere l'immagine di sé e degli altri, stravolgendone le fattezze per inseguire il grido della carne che dai precordi risale alla superficie a commiserare l'uomo e tutta la specie umana, e che, alfine placato, diviene sospiro eterno. L'incubo trascolora in dolente stupefazione a cui, nel silenzio della contemplazione, in un supremo desiderio di attonito sberleffo o quale eterno martirio di chi attende la risposta che è senso ultimo della vita e della sofferenza, il genio malinconico dell'artista aggiunge la parola scritta, talvolta spezzata in sillabe che si inseguono smarrite, a tradurre graficamente il nostro errare senza meta, i dubbi e le incertezze del nostro vivere e del nostro soffrire quotidiano. Ed il "segno" diviene musicalità, canto infinito che si perde negli spazi, antica leggenda di umane genti di un tempo perduto e del nostro quotidiano, completezza interpretativa dell'uomo che, dopo aver espresso la propria interiorità, si ferma dolente, quasi svuotato, a contemplarne il senso e tradurne drammaticamente la disarmante e sconcertante inadeguatezza. Grazie ancora, caro Maestro, per averci parlato della tua e della nostra umanità, nell'aver evocato la nostra impotenza di fronte al mistero che circonda e travolge noi tutti sempre più sorpresi ed incerti, ma grazie, soprattutto, per aver "colorato" di dolore e sofferenza un bruciante scetticismo ricco di candore e di certezza.
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