Biografia

Cominciamo così .. Essendo non solo il nome della pagina ma titolo del mio primo quadro ufficiale. Iniziando a pitturare a 25 anni dopo anni di sola e pura matita. Ricordo una frase di Michelangelo dal liceo. Copiare significa capire. Allora ho deciso di imparare a copiare i grandi. Amando la forza delle tonalità di Michelangelo, ma influenzato dalle soffuse luci nei quadri del Caravaggio ho iniziato col copiare 3 sue opere.

La Deposizione, alto 2 metri, mi ha dato lavoro per molti mesi, cimentandomi per la prima volta con i pennelli, capire i solventi e come diluirli col colore. Col tempo la mano si scioglieva ma la paura di sbagliare mi attanaglia sempre lo stomaco mentre pitturo. Quindi per chi spesso lo dice, NO… Pitturare non rilassa. Hai perennemente la frustrazione del non riuscire ad esprimere ciò che vuoi mostrare attraverso i colori e la tecnica.

La seconda opera copiata: il Narciso. Copio sempre qualcosa di un po più difficile come per alzare il tiro, e scoprire come dare l’effetto dei materiali e le luci. Ho volutamente riprodotto questo quadro per due motivi: Il riflesso, non solo dell’acqua, ma della luce sulla manica di raso. Più passavo il tempo col quadro più lui mi insegnava e lo ringraziavo. Una ragazza disse: questo quadro è macabro, non mi piace. Questa ragazza venne lasciata. Comunque..

Terza ed ultima copia, il San Gerolamo, di piccola dimensione, mi serviva per apprendere come restituire la vaporosità della barba argentea.

Ma come arrivare a Vizio Cobalto.. Adoro riprodurre scene di denuncia, di doppi sensi, di quotidianeità. Non mi interessa la mela sul tavolo. La mela era così una volta e lo sarà domani. Voglio far vedere dove viviamo. Cosa è oggi la nostra epoca. Tutto ciò che è divertimento notturno, sballo, serate, droghe, selfie, social, sesso, perversione.. Tutto questo però, attraverso le luci della notte, o quelle luci che del Caravaggio mi han sempre influenzato. Poche, soffuse, che fanno emergere a tratti la fisionomia dei soggetti e degli oggetti. In tutto questo il gioco dei doppi sensi, perchè si colga sempre nella posizione e nei comportamenti dei modelli. Ma questa volta facendo uso della fotografia, avevo anche qui l’obiettivo d spingermi oltre e quindi riprodurre i liquidi, il vetro, l’alcool, i riflessi, i lucidi capelli, la succosità di una lingua. È un periodo dove la vita mi ha portato in Argentina e le notti di joda, ovvero di puro divertimento estremo, mi han dato modo di trovare scene da scattare per le singole opere. Perchè Vizio? Non credo ci sia da spiegarlo. È l’emblema di ciò che ci piace fare, in uno stato confusionale. Cobalto? Perchè anzichè uscire dal nero/bruno del Caravaggio, le tele hanno sempre una base di Blu cobalto. Di viola cobalto. Di nero. E i soggetti si trovano in questa dimensione come un liquido in cui annegano che chiamo “notte”.

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