Biografia


 Cristina Patti (Crista)
Nata a Palermo il 23 maggio 1982 e attualmente vi risiede.
Diplomata al I° liceo artistico di Palermo nell' anno 2000.
Laureata all' accademia di belle arti Picasso nell' anno 2004 con il massimo dei voti e la lode, sostenendo la tesi dal titolo "Psiche e Sentimento".
Successivamente ha conseguito la qualifica di "esperto in tecniche dell'incisione".
Dal 2004 al 2005 ha insegnato Tecniche dell'incisione presso l'Accademia di Belle Arti Picasso
Dal 2015 al 2016 ha insegnato discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Picasso
 Attualmente lavora come decoratrice.
Negli anni dell' accademia ha sviluppato il suo stile artistico. L' arte figurativa l' ha sempre affascinata e con gli anni ha sviluppato una sua personale interpretazione della figura umana.
 Crista, è una pittrice dotata di una spiccata personalità artistica, estrosa e creativa nel concepire la figura umana nelle sue forme sinuose, sensuali, leggiadre, piene di un erotismo elegante. Il suo approccio con l'arte è emozionale ed introspettivo e potremmo dire anche impulsivo nell'atto creativo.
Crista dipinge  emozioni, stati d'animo, sentimenti, ciò che custodisce dentro. Partendo da una sua personale introspezione, dipinge sentimenti astratti che sulla tela si concretizzano sotto forma di donne voluttuose, fluttuanti, leggiadre,erotiche e sensuali che danzano su sfondi senza dimensione o avvolte da una natura lussureggiante in una sensazione di totale pace e armonia dei corpi e dei sensi. Lascia che la gestualità del corpo parli e si esprima lei meglio  che la fisiognomica del viso o le stesse parole. La femminilità e la sensualità sono il filo conduttore delle sue opere.  Le sue donne sono sensuali ed erotiche ed esprimono tutta la loro femminilità attraverso l'esagerazione  e l'enfatizzazione delle schiene curvate all'indietro, dei fianchi ridondanti,delle spalle disegnate, dei seni turgidi. Anche la sua tecnica pittorica è istintiva,  è la tela che le dice come meglio vuole essere dipinta. L'artista giustappone il colore direttamente sulla tela, senza miscelarlo prima ma sfumandolo direttamente sul soggetto con pennellate brevi e gesti rapidi. Potrei dire dunque che le opere di Crista sono sempre una trasposizione del suo io, un  suo ritratto  interiore.
Affascinata dall'arte classica del periodo greco ellenistico Crista reinterpreta il canone estetico  in una chiave molto intima e personale che ben si fonde e si attualizza coi pittori del 900 che hanno ispirato ed influenzato, assieme alle sculture elleniche, maggiormente le sue scelte pittoriche, stilistiche e cromatiche;  i sensuali dipinti di Gustav Klimt con i loro motivi simbolici e decorativi, la raffinata eleganza dei dipinti di Amedeo Modigliani, le libertà espressive e cromatiche di Paul Gauguin si fondono in un nuovo linguaggio pittorico che prende vita nelle tele di Cristina Patti. La sensualità più o meno sfacciata, l' erotismo che le sue donne trasudano e un forte senso di plasticismo tipico delle opere scultoree permea tutti i quadri di Crista: il modellato, il colore, il disegno si condensano a comporre un dipinto che si impone per stile e perfezione; il suo  è uno stile unico e riconoscibile solo a lei distinguendosi, quindi, come pittrice nel panorama della pittura contemporanea.
 Nell' opera " L'Equilibrio ", l'aggrovigliarsi di corpi,  intersecati e sovrapposti fra di loro, rivela un’elevata cura formale e un’attento studio delle proporzioni che si risolve in un raffinato equilibrio cromatico.
Daniela Sasso, pittrice e scenografa.

"Nei lavori di Cristina Patti si intravede la necessaria volontà di raccontare la moltitudine umana. Con raffinata maestria, ci mostra le sue donne, atemporali, senza volto e dalle forme volutamente manieristiche che ne esaltano il pathos. Le sue opere si pongono trasversalmente alla storia dell'arte: dai classici a Matisse nelle sue Sirene danzanti a Modigliani nelle pose statiche a  Botero nel volume delle sue donne. Ma a ben guardare, le sue figure si staccano da queste citazioni, le sue sono donne isolane, riflettono la tavolozza mediterranea tra mare e aria, tra colori caldi e freddi in diafane trasparenze".
 "Brava Cristina, puoi anche non firmare le tue opere".
 Fabrizio Avena,pittore
   24 luglio 2014, Verona.

"Cristina Patti, artista dall'animo sensibile, ci narra di poetiche visioni, con surreale linguaggio, cifrato da arabeschi corpi cromatici, che si intrecciano. Un verosimile messaggio mediatico, che risveglia la nostra assopita spiritualità. L' opera "Il Volo" , ci sussurra alla sua visione, recondite emozioni, che l'artista Crista ha gelosamente custodito nel suo intimo diario. Un espressione ritmica e dinamica, che attraverso una delicata stesura tonale delle masse compositive, ci descrivono la simbologia dell' elemento aria, svelandoci l' infranto desiderio per raggiungere l' arcaica meta del nostro equilibrio spirituale."
Francesco Chetta, editore arte collezionismo effeci


"SIRENE": Corpi che fluttuano nell'enigma della trasformazione del presente passato e futuro, in un magma di inquietudine di pensieri. Il ritorno alle origini, all'acqua ancestrale, forma di vita inebria i respiri del vento e lontano, in un posto lontano, senza nè sopra nè sotto  nell'infinito medium senza nè cielo nè terra abbandonati e confusi tra le onde del mare i frammenti dell'essere ricercano invano una loro unità.
Francesca Mezzatesta, critico e storico dell'Arte


"TORMENTI": E' come essere presenti nel magico momento della creazione, dove tutto è possibile e dove Dio estrae geni dal suo sacco e mescola tutte le combinazioni alchemiche possibili...che sia vita, ad ogni costo! Che la danza genetica abbia inizio... ed ecco allora apparire dal nulla mani che cercano tronchi dove impiantarsi... gambe che aspirano a risoluzioni corporee morfologicamente sensate...e teste...tante teste mozzate, ricongiunte, reinnestate per forza, per amore, per energia creativa. Comunque lì presenti...a ricordare che l'uomo è un organismo complesso,frutto di millenni di sperimentazioni genetiche di Dio, del cosmo, del caso.
Gabriella Zagaglia, pittrice


 In tutta la sua opera la donna è il logos per eccellenza, espressione di un essenza che va oltre le ragioni estetiche e che nella sua plasticità si riveste di un corpo, solo per pretesto, per articolare in molteplici sfaccettature dell’essere, l’essenza interiore dell’esistere nell’esistenza. In spazi circondati da atmosfere eteree, senza mai una dimensione statica, la mano sicura e magister dell’artista palermitana, riesce a evolvere nelle figure la sintesi narrativa affrontando i temi dell’anima all’interno di ogni spazio pittorico e lasciandoli fluire senza forza gravitazionale sospesi tra il carnale e lo spirituale. Enigmatici corpi in metamorphosi ovidiche, che danzano e lasciano risuonare echi dei loro sussurri d’amore, sofferenza,sentimenti e stridenti note trasgressive e sconcertanti dei  vizi capitali. In un intimistica stesura del colore, Cristina Patti traduce con poetica il suo talento e in una interpretazione di un eros raffinato seduce i sensi e cede al fruitore significati allegorici ispirazione di  tanti maestri come Leonardo in pittura che nella rappresentazione di Leda giacente o Danae dormiente, trasformano in cigno o in polvere d’oro, Zeus  lasciando ergere con grazia ed eleganza la veste voluttuosa dell’amplesso . Iconografie che nel contemporaneo stile, l’artista si ispira con pathos nella spirale dei sentimenti e della psiche per sostituirsi all’umano in “divenire”. Figure in balia del vigore vibrante e cinetico mosse da un flusso inebriante e infinito, che coglie il fruitore più attento a distogliere lo sguardo all’esteriorità per inoltrarsi nell’incrocio della bellezza e della sofferenza dove ogni stato d’animo è trasposto in una linea in un colore fluorescente estemporaneo  e sensoriale-animistico. Opere che addentrano tra terra ed Olimpo, la cui catarsi attraversa memorie e frantuma l’ineffabile moltiplicarsi di corpi in prolungamento in una tensione lirica viva di archetipi dell’antichità ma di richiamo guerriero alla suscettibile perdita  di quella sfera del “profondo” nel contemporaneo.
Francesca Mezzatesta, critico e storico dell'Arte


Ogni opera di Cristina Patti (in arte “Crista”), pittrice palermitana nata il 23 maggio 1982, è il frutto di un’intima introspezione: sulla tela stati d animo, sensazioni e sentimenti si concretano nelle sembianze di donne voluttuose e leggiadre, permeate di un erotismo e di una sensualità mai volgare o fine a se stessa.
Osservando la produzione di Crista, si può constatare come proprio la figura femminile sia il tema prediletto, affrontato secondo una interpretazione del tutto personale: l’artista attraverso queste donne scevre di alcuna dimensione temporale, dalle forme intenzionalmente manieristiche ma al tempo stesso aggraziate, tenta di far percepire all’osservatore il suo “essere”, di commuovere lo spettatore nel senso primigenio del termine: spingerlo a provare emozioni, “agitare il suo animo”. Ed a questo scopo contribuisce anche la palette cromatica assai ricercata: la scelta dei colori non è affatto casuale o semplice elemento esornativo, ma è essa stessa frutto di una selezione mirata, nel tentativo di animum movere.
Si prenda, ad esempio, Aretusa (Vacua e lenta la discesa nell’ oblio): la figlia di Nereo e di Doride, nella specifica narrazione di Crista, piuttosto che essere raffigurata già come fonte – come narra la leggenda - mantiene ancora sembianze umane sebbene, ad una visione più attenta, si nota come sia già in atto il metamorfismo e la nostra cominci ad abbandonare le fattezze di leggiadra ballerina. La figura si lascia armoniosamente andare lenta, leggiadra ed abbandonata ai flutti, immersa nell’elemento naturale fonte di vita per eccellenza: l’acqua.
Nel “Canto del mare”, quadro realizzato in estemporanea durante una tre giorni artistica a Cefalù , la fusione tra l’elemento femminile e quello liquido appare ancora più evidente. Vi troviamo ritratta una Sirena: l’aspetto ittiforme della protagonista ha preso il sopravvento su quello antropico, la coda sinuosa e quelle che erano una volta mani, e che ora sono pinne, disegnano movimenti morbidi, che ben si fondono con l’andamento curvilineo dello onde sullo sfondo. Ciò nonostante, la figura mantiene una sua autonomia compositiva distaccandosi cromaticamente dal contesto, quasi a voler significare simbolicamente l’autosufficienza e l’autarchia dell’Io della pittrice rispetto al mondo che la circonda: un rapporto antitetico che permea il vissuto di ogni essere umano.
Eppure…eppure il bisogno di autodeterminazione non è totale, ma viene ad essere controbilanciato, in altre opere, da una intima connessione con l’altro. Ne è una prova lampante l'opera “l’Intesa”: questo appare a tutti gli effetti la trasposizione figurativa del celebre mito platonico raccontato da Aristofane nel dialogo “Il Simposio”: gli esseri umani sono perennemente alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza, divisi fin dalle origini. Da questa scissione in parti ecco che nasce negli umani il desiderio di ricreare la primitiva unità, tanto che le stesse “parti” non possono far altro che stringersi e fondersi l’una con l’altra.
E non è pura casualità che questa opera si intitoli, per l’appunto “intesa”, intellettiva e sentimentale: l’attrazione mentale è ben più forte di quella fisica; in questo lavoro di Crista ritroviamo quella coesistenza di tutti gli attributi, quella compiuta unità divina e quella perfetta e assoluta unione delle origini tanto agognata dall’Aristofane platonico: una coincidentia oppositorum, per usare un’espressione di Mircea Eliade, che ben raffigura la perfetta unione dei contrari, perché “dunque al desiderio e alla ricerca dell'intero si dà nome amore”.
(Platone, Simposio, 192e-193a)
Dott. Gerardo Di Martino.


L'artista, con un segno aspro, nervoso, incisivo, si accosta all'espressionismo attraverso la rivelazione di una sofferta e meditata interiorità. Cristina non conosce le mezze tinte o i semitoni, come le sue figure contorte non conoscono condizionamenti, rivelando il grande desiderio di libertà... Artista che ama dialogare attraverso simbolismi e miti, accorpando memoria, visione, sogno. Avvolgente è l opera "Leda e il cigno" in cui la divinitá Zeus per avvicinare l' amata si tramutò in cigno: l' opera é magistralmente interpretata.
Silla Campanini,perito d Arte

ENGLISH
CRISTINA PATTI (CRISTA)

Crista was born in  23/05/1982 and She lives in Palermo. She graduated at the first art school in Palermo in  2000 and in 2004 she graduated at the Academy of Fine Arts "Picasso" with a thesis entitled "Psyche & Feelings".

Later she obtained the qualification of "Expert in engraving techniques". In the years of the academy she developed her artistic style with a personal interpretation of the human figure.

Crista's paintings are transpositions of the human soul, she explores the psyche and pathos; abstract concepts as feelings assume human features through dancing and the whirling feminine bodies, speaking to the spectator even through the wise choice of color.  

This artist participated in numerous exhibitions and group exhibitions both in Italy and abroad. She was awarded during the exhibition "I colori dell'arte" by Bruno di Cerbo (Salerno, Palazzo Genovese,  May 17 2015) for the Magic Realism art movement. She Won the "Premio Agrigento Arte" during the exhibition "the credentials of Art" curated by Angelo Cottone (Agrigento, Pinacoteca Palazzo dei Filippini, July 4, 2015) and She Won the "Super Premio Ortigia" during the international art exhibition "Premio Ortigia Arte 2015" by Angelo Cottone (Ortigia, Palazzo del Governo, November 14, 2015)

Many of his works are in private collections both in Italy and abroad, or they were donated to public and private bodies: three of his drawings are in the historical foundation "Marta Gierut" in Pietrasanta (Lucca), one at the town of Cefalù (Palermo), another at the Art Gallery of the town of Vicari (Palermo), a painting is in the "Museo del Terzo Millennio" in Policastro Bussentino (Salerno) and a painting dedicated to Santa Rosalia, the patron saint  of Palermo, is located in Church of the Holy Trinity near the Zisa castle in XII sec. (Palermo).  

She has been reviewed by several critics of Art and she has been published in several magazines and She is counted in the well-known contemporary art yearbook published by "Acca in Arte" in 2015.

 Many of his works have been published in several volumes of art history written by the art historian Simone Fappanni, to cite a few titles: Dipingere la femminilità", "Sensualità nell'arte" ,"Il paesaggio italiano nell'arte: dal reale all'immaginario", "Surrealismo e modernità, la metafora del sogno" .

Several of her works were selected for the covers of poetry book written by the poet Mauro Drago, include "Versi senza Speranza" and "Concetti Complessi"  (the latter winner of the literary contest "La vita in Versi") and the anthology "Chimerica Erato" by the poet Vito Natoli.

As Artist, Crista is critically acclaimed for her very personal style of painting, that inevitably leaves an indelible mark on the soul of the beholder; the  observer fits in with the brush strokes, with the bright colors and with the silent dance full of pathos of her women.

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