Antonio Fresa percorsi nella pittura di Gianni Liotti

Per avvicinarsi alle opere di Gianni Liotti, dobbiamo tentare la costruzione di una difficile premessa che descriva la situazione in cui la pratica artistica viene a trovarsi, in buona e complessa compagnia, alla fine del millennio. Questa necessità è imposta dalla più intima consistenza della proposta artistica del pittore napoletano che non si sottrae mai alla riflessione del senso del uo fare arte, sulla condizione esistenziale del'uomo contemporaneo e sulla plausibilità di una comunicazione che continuiamo a definire , forse in maniera pretestuosa, arte.

Sono state cercate etichette e formule per affrontare i notevoli cambiamenti che la nostra esperienza conosce. Nel mentre veniva sancita la fine della storia , il richiamo alla postmodernità, il riferimento alla cauta delle ideologie, la  delle grandi intelaiature concettuali della scienza e della filosofia sono stati elementi acquisiti e dismessi con velocità sorprendente. L'attenzione al virtuale ha, infine, costretto alla revisione stessa di realtà. Quasi ogni giorno sono state preconizzate svolte epocali e stravolgimenti nel gusto e nella conoscenza : l'impressione è stata talvolta quella di una forte volontà di archiviare anche le pagine più inquietanti della nostra esperienza e quella di un inesauribile voglia di novità. Il termine rivoluzione non è stato mai usato tanto come adesso a definire le poiù o meno profonde trasformazioni del lavoro , della comunicazione e di ogni altro campo. Nel settore più propriamente artistico - estensibile a piacere ad altri aspetti del mondo contemporaneo - sembra venire confermata una riflessione di Ernst Gombrich , secondo la quale: " è l'interesse al mutamento che ha accelerato in modo vertiginoso il mutamento stesso". Il mutamento o la simulazione di esso richiedono , d'altra parte, una continua rivisitazione dei materiali presi in esame e una loro sistemazione attraverso la ricerca quasi ossessiva di precedenti e paternità. L'abitudine a risalire la china fino ai più illustri predecessori dell'artista di volta in volta trattato - operazione necessaria per una corretta opera di collocazione - assomiglia, però, di riportare elementi eventualmente vitali entro coordinate già note e codificate. In altre parole, nell'avvicinarsi ad un artista emergente, il primo passo che viene compiuto è, nonostante tutto ciò che abbiamo detto in apertura, l'accomunarlo ad un artista noto o ad una corrente criticamente consolidata, elaborando così la proposta di una lettura derivativa e comparativa . Il mutamento interessa a patto che venga proposto già compendiato e con saldi vincoli alla tradizione che nel frattempo viene discussa. Le opere di Gianni Liotti affrontano, con singolare misto di ironia e complessità , i temi che abbiamo cercato fin qui di ricordare.  La distinzione tra figurativo e non figurativo viene afferrata dal pittore napoletano in tutta la sua inutilità e, attraverso un linguaggio composito ed eterogeneo , giocata nell'annullamento dei confini. l' incontro tra la figura ed il colore non può avvenire secondo comodi canoni convenzionali; la confusione , intesa come complessità forgiante, viene usata in tutte le sue tinte. Le sorprese di questa pittura sono l'addensarsi di passi esplorativi, di scoperte fatte e poi dimenticate, di viaggi immaginifici che legano il presente al passato, di slanci del cuore che alimentano le tonalità più vive per poi cadere , altrove e improvvisamente, in un baratro di buia mestizia. Nella pittura di Liotti , l'ombra possente di una lirica nostalgia combatte contro tutto e giganteggia un sogno di impossibile sentimentalismo , coinvolgendo in un monito responsabile sulle possibilità dell'arte, l'autore e il suo pubblico. Le definizioni , i rimandi, le citazioni e le eredità artistiche vengono depositate dal pittore napoletano in un magma incandescente che plasma, cancella e forgia. La condizione esistenziale dell'uomo contemporaneo, la pretesa artistica della rappresentazione e l'ipotesi stessa di una realtà comunicabile vengono sciolte in quello che abbiamo definito un fiume di lava e fuoco. Seguiamo alcuni dei percorsi e delle anse di questo fiume fatto di magma fluente, dalle temperature altissime e perciò rischioso e perciò ancora non cristallizzato.

Primo percorso

La realtà appare complessa e diversificata, fatta di reticoli e strutture che trovano la loro resa spaziale in paesaggi architettonicamente ammiccanti alla convulsa sembianza delle metropoli. Luoghi , spazi, strane gallerie, geometrie affascinanti osservano perplesse l'apparire della figura umana che la guarda perplessa. Scacchiere di colore e limpidi concatenamenti di linee che definiscono lo spazio , vivono insieme. In questo spazio , si affaccia un uomo che ricorda un golem,una creatura sulla cui fronte non è però possibile decifrare i segni che separano la vita dalla morte. Come emersa dalle profondità più inquietanti della terra e dagli anfratti  più remoti della coscienza, viene appena abbozzata un'identità, una appena plausibile soggettività, una traccia soltanto di una possibile esperienza del mondo. Tra la creatura che ci viene proposta e il mondo in cui con difficoltà si aggira, non c'è alcuna distanza di sicurezza, nessuna garanzia delle sue capacità di conoscenze e definizione. E' lì , perso eppure affascinato,colto quasi nel suo originarsi da un apparente caos, le cui linee vanno comunque a definire un luogo dell'abitare, dello stare, dell'ESSERCI. Ci troviamo al principio di un'avventura e non è dato sottrarsi; il fascino combatte con l'angoscia e l'insieme propone interrogativi estremi. Quella figura è lì, e osserva uno scenario senza sapere se la sua sia la condizione di un sopravvissuto alla fine di tutto o quella di un abile costruttore di città.

Secondo percorso

Volti improvvisi da uno scenario ignoto. Volti coperti da indumenti che fanno riconoscere due piloti di aereo o due motociclisti o altre figure legate comunque al movimento. Intorno nulla che ci aiuti a collocarli. Un azzurro denso e quindi infinito lambisce i loro bei volti, sagomati con forza secondo espressioni di passioni e capacità volitiva. Da dove sono emerse queste figure ? da quale viaggio sono giunti? Dove ? Non abbiamo indizi , non abbiamo tracce: il colore è il loro unico compagno; eppure sentiamo che essi si legano a noi, a noi si rivolgono e per noi esistono. Potrebbero anche essere i superstiti della " Tenda Rossa " o lontani amici dei primi trasvolatori oceanici. Potrebbero appunto. Sono figure certe, cristalline ma senza tempo, senza spazio se non quello che presumibilmente hanno attraversato per giungere di fronte a noi.  Sono inverse rispetto al golem di cui abbiamo parlato prima, ne sono lontani parenti: anche di esse è dificile narrare la storia, conoscerne il cuore, ascoltarne la lingua. Sono due volti che, viaggio dopo viaggio, hanno consumato ogni consistenza e sono divenute figure del mito e della memoria: umane per la fatica, mitiche per la potenza del sogno. 

Terzo percorso

Altri quadri, altri scenari. Nuovi fantasmi nascono dalla coscienza e dalla profondità della mente. Giovani ectoplasmi si incontrano intorno ad un tavolo o in altri luoghi ; antiche figure portano antichi messaggi e parole segrete,cifrate, astute, rivelatrici. La qualità dell'immagine  eccellente eppure resta misteriosa la sua filigrana. Che cosa stanno raccontando questi fantasmi? E sono davvero fantasmi? E la loro luce da cosa nasce? 

Interrogativi ai quali vorremmo tentare una risposta che saldi insieme la pittura di Gianni Liotti  con alcune delle osservazioni fatte in apertura. Parlando di figure poco delineate, possiamo anche pensare ai fantasmi dei pittori che avremmo dovuto qui richiamare per definire, descrivere e incasellare la pittura di Gianni Liotti. Opere,suggestioni e richiami che sono sicuramente parte dell'esperienza del pittore napoletano e parte della nostra esperienza.


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